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CAPITOLO 3 - CARATTERISTICHE  DELLE  CANNE  RIGATE  E  PASSI  DI  RIGATURA

     Spesso mi è stato richiesto dagli amici di caccia notizie sulle qualità delle canne rigate, e passi di rigatura inoltrandoci in un terreno difficile e in  interminabili e sterili  discussioni , sulla scelta di taluni costruttori della foratura in un numero di righe differenti da calibro a calibro , e spesso differenti di numero a parità di calibro da costruttore a costruttore.  In effetti tra le caratteristiche di scelta di una buona arma precisa ,influiscono sia la fusione della canna ,sia la tecnica di lavorazione di foratura di questa , sia il giusto passo di rigatura , in rapporto al calibro.    Non  voglio adesso tediarvi , descrivendovi tecniche di fusioni di barre per canne, e caratteristiche di queste , anche perché alcuni di questi processi fanno parte di segreti industriali , accessibili a pochi tecnici, e variabili da costruttore a costruttore. E’ il caso di sottolineare che i processi di lavorazione attuali estremamente curati, hanno fatto si che le fusioni di barre per canne sia EUROPEE che AMERICANE , risultino  attualmente tutte di ottima fattura ,ampliando  il mercato delle scelte .   Infatti non a caso la qualità  della produzione mondiale degli acciai a raggiunto a  mio avviso livelli estremamente curati , ma tutt’altra cosa sono le lavorazioni di queste, che incidono notevolmente sulle caratteristiche e costi. Mentre i costruttori americani il più delle volte attuano delle finiture grossolane (forse dovute all’alta produzione),quelli europei curano maggiormente i dettagli atti a rendere il prodotto finale curato ed esente da tolleranze.( Mi trovai nella bottega artigianale di PERUGINI & VISINI, ritenuti tra i maggiori costruttori di armi fini al mondo, e questi anch’essi assertori di questo concetto ,mi mostrarono alcune barre forate provenienti da tutto il mondo, pronte per le lavorazioni finali  , e mentre quelle di produzione americana risultavano estremamente grezze,le europee risultavano in assoluto particolarmente curate ). Questo non vuol dire che le produzioni D’OLTRALPE siano superiori a quelle americane, ma solamente maggiormente curate nella lavorazioni.

 

     Gli elementi  integrativi citati,possono essere presenti anche in gruppi , e ciascun elemento ha sulle qualità meccaniche del metallo una particolare influenza , in modo da esaltarne alcune caratteristiche di flessibilità e dispersione al calore.    Avremo così canne in acciai composti ,NICHEL-CROMO ,CROMO-VANADIO, CROMO- MOLIBDENO .Gli acciai cosiddetti rapidi , ad esempio sono quelli che contengono un elevata quantità di TUNGSTENO , ed hanno la qualità di non perdere la tempra anche se riscaldati a temperature superiori ai 500° gradi centigradi , rispetto ai 200° gradi degli acciai comuni.

         Fra gli acciai speciali di particolare qualità si distinguono quelli al NICHEL-CROMO per le caratteristiche di antiossidazione  ed inossidabilità agli agenti atmosferici.

Gli acciai propriamente idonei alla costruzione di canne rigate , devono possedere caratteristiche e qualità diverse ,spesso contrastanti fra loro. Infatti devono essere duri per evitare che l’attrito delle palle non deteriori l’anima della canna,e devono essere giustamente flessibili ed elastici al tempo stesso ,per poter resistere validamente alle punte massime di pressione alle quali esse vengono sottoposte all’atto dello sparo.   E’ ovvio che acciai cui sono richieste queste caratteristiche come quelle citate ,necessitano di elementi purissimi e di procedimenti di fusione fra i più avanzati . Le moderne acciaierie sono dotate di attrezzature e macchinari sofisticatissimi ,che le mettono in grado di assicurare un prodotto finale esente da qualsiasi imperfezione e dalle elevate caratteristiche tecniche richieste nello specifico.  Come precedentemente detto, un’altra delle caratteristiche fondamentali per far si che una canna sia di ottima qualità ,sono i processi di lavorazione per ottenere le rigature dell’anima della canna.

  Le canne dei moderni fucili da caccia ,sono ricavate per foratura da barre di acciaio di ottima qualità e ,in molti casi l’aggettivo un po’ ridondante con cui viene definita una qualità di acciaio non avrebbero ragioni d’essere ,in quanto si tratta ,generalmente, di comunissimo acciaio al carbonio. Sia chiaro comunque che ,l’acciaio comune al carbonio , offre tutte le caratteristiche tecnologiche indispensabili per ottenere dalla barra una buona canna.E’ per questo motivo , quindi che aggettivi come “SUPER STEEL” “COUMPOUND” ed altri attributi di fantasia , servono solamente a suscitare nell’acquirente determinate risposte psicologiche.

         Diverso è il discorso quando si riferisce ad acciai prodotti da grandi firme della siderurgia mondiale , che hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo qualitativo dell’industria armiera in generale. Mi riferisco in particolare , tanto per citare gli acciai inglesi VICKERS e WHITWORT , ai tedeschi POLDI , BOHLER e KRUPP , ai francesi HOLTZER e UNGINE ,agli acciai belgi COCKERILL e CAP ,per non parlare degli ottimi italiani, ai famosi acciai svedesi e americani.    A fianco degli acciai comuni , esistono poi i cosiddetti acciai speciali che contengono silicio e manganese in quantità superiore a quelli comuni , ed anche minerali integrativi ,come il vanadio,il molibdeno ,il nichelio,il tungsteno:

La rigatura si ottiene , dopo aver forato la canna e dopo averla alesata al diametro voluto dal calibro , con quattro sistemi fondamentali:

·        LA BROCCIATURA ,che si effettua con l’apposito utensile propriamente detto BROCCIA,recante un tagliente ad incremento per ogni riga .Essa viene effettuata asportando con una sola passata il solco ove si deve fermare la profondità della riga.

·        TRADIZIONALE , utilizzando un utensile che con passaggi successivi asporta gradualmente dal solco il materiale dall’interno dell’anima dalla canna. Tale processo richiede un maggior tempo ,e l’impiego di valenti artigiani , ormai divenuti rari.

·        L’OGIVAZIONE ,consiste nella forzatura in anima di un utensile in acciaio speciale estremamente duro, a forma di ogiva recante l’impronta delle rigature. L’ogiva generalmente realizzata in acciaio al carburo di tungsteno ,viene forzata attraverso la canna comprimendo il metallo ed imprimendo la rigatura senza asportazione di truciolo. Analogamente alla brocciatura anche l’ogivazione avviene con una sola passata di utensile.

·        La MARTELLATURA , che essendo un sistema più recente ,sfrutta anch’essa una apposita spina che reca in negativo l’impronta della rigatura,con la differenza che la spina è ferma e la canna viene mossa da una serie di martelli radiali che comprimono l’acciaio attorno alla spina. La martellatura offre una maggiore omogeneità molecolare del metallo, e si effettua in un solo passaggio.

          I due ultimi sistemi ,sono attualmente i più usati ,perché oltre agli ottimi risultati di lavorazione ottenuti, sono in assoluto i più adatti ad una buon esecuzione di lavorazione. La rigatura ottenuta infatti con l’utensile tradizionale e per brocciatura , forniscono ottimi risultati a patto di una perfetta esecuzione che il  rigore tecnico di lavorazione richiede. In caso contrario la precisione della canna risulta irrimediabilmente compromessa.Questi processi ,infatti presentano l’angolo di rigatura netto nei tagli fra pieni e vuoti .Tale caratteristica conferisce alle canne rigate ,la capacità di guidare meglio la traiettoria del proiettile in fase iniziale e solo se effettuata con la massima precisione. La martellatura e l’ogivazione presentano in opposto pochissime tracce di lavorazione , uniformità nella tracciatura dei solchi,e specularità delle superfici. Caratteristiche queste che contribuiscono non poco alla durata della canna , e alla costanza dei risultati di tiro.  le rigature per ogivazione o martellatura presentano spigoli di rigatura meno accentuati  e vivi ,ma sufficientemente adatti a garantire la massima precisione della canna. Inoltre un intaglio meno netto dei solchi delle rigature contribuisce sia a ridurre l’accumulo di depositi carboniosi tra le righe che l’usura di queste per la dolcezza degli intagli . Questo processo gradito particolarmente dai costruttori Europei , rende la canna maggiormente flessibile nei punti critici di pressione e calore ,eliminando vibrazioni e dilatazioni anomale di torsione ,e contrastando queste con una forma a spirale ,che garantisce una maggiore omogeneità molecolare per l’elasticità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il numero di rigature di una carabina da caccia può variare da un minimo di 3 ad un  massimo  di 14 (in qualche caso anche 16 - 20) ma i sistemi maggiormente adottati vanno da 4 a 6 . Quando il numero di rigature è molto elevato , come nel caso estremo di 14/16 si parla di microrigature , sistema quest’ultimo adottato su specifiche richieste di utenti, da taluni  costruttori americani per armi di calibri specifici, e per un uso limitato strettamente al tiro.   Il numero di esse , nello specifico non influenza , ne determina la maggiore o minore precisione della canna, ma influenzerebbe nel dettaglio  la stabilizzazione di una data forma e peso di palla per uno specifico uso e limitato all’ adozione una singola palla, e di un dato calibro per il tiro.            

         Detto ciò , passiamo ad una delle caratteristiche fondamentali per il giusto rapporto passo rigatura/calibro .Avrete sicuramente notato che nei TEST dei  manuali di ricarica di tutti i costruttori di polveri esplosive ,sono sempre presenti le tipologie delle armi impiegate,la lunghezza della canna ,ed il suo passo di rigatura. Dati questi che vengono regolarmente ignorati , ma di estrema importanza per la stabilizzazione delle palle adatte a quel calibro ed al suo passo, diciamo pure che :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

·        La LUNGHEZZA della canna influisce sulla velocità,infatti se la carica di lancio specifica per il calibro è composta da una polvere di media progressione esplosiva,rende il meglio con una canna di lunghezza intermedia. Se la stessa carica viene utilizzata in una canna corta, si ottengono velocità ridotte,perché la combustione avviene in parte fuori dalla canna, con la dispersione di gas che fanno diminuire la pressione e la conseguente velocità. Queste poi risultano modestamente più veloci su di una canna di massima lunghezza proprio per quanto detto in quanto ,la combustione avvenendo tutta nella canna ,riesce a sviluppare una pressione maggiore e quindi una velocità maggiore. Questo sta anche a significare che certe polveri altamente progressive, e a combustione lenta, (adatte ai calibri magnum), abbisognano di una data lunghezza di canna per poter bruciare completamente , e così sfruttare al massimo la resa di lancio. La resa in effetti risulta ottimale quando la fase di combustione e sviluppo dei gas avviene tutta lungo l’asse della lunghezza interna della canna .

·        Il PASSO DI RIGATURA  , esso viene studiato e adottato per dare al proiettile un movimento giroscopico (su se stesso), ottimale per la miglior stabilizzazione nella sua rotazione a raggiungere al meglio una parabola rettilinea e lineare. Il passo infatti e dato dal giro di una palla sul suo asse, percorso in un tratto della canna . Infatti quando si legge che il passo di una canna è 1/8” , significa che la palla percorre 8 pollici di canna (circa 19 cm.)per completare un giro perfetto su se stessa .Questo movimento rotatorio-giroscopico di stabilizzazione del proietto ,serve ad eliminare le vibrazioni negative derivanti sia dalla  sua resistenza aerodinamica all’aria che dalla spinta inerziale ricevuta dalle pressioni dei gas, che tendono a destabilizzarlo dalla sua traiettoria lineare facendolo deviare e rendendolo impreciso.    Contrariamente a quanto si pensa la resa ottimale dello sviluppo giroscopico del passo di rigatura  è maggiormente performante quanta più superficie della palla è a contatto con le rigature. Esso è dato  in base alla lunghezza di palla (o porzione di impegno delle rigature),e non dal peso di questa. Per cui quando si sente che un 308 winchester ha passo 1/10”, e raggruppa  molto bene solo con palle da 168 gn., è  perché questa nel suo rivestimento e costruzione prevede una superficie di contatto con le rigature più lunga di una palla 150 gn .e quindi maggiormente adatta a stabilizzare quel movimento giroscopico in quel passo ,(ma sempre in rapporto alla velocità impiegata) . Si può quindi dire che a seconda del passo di rigatura bisogna impiegare una data tipologia di lunghezza palla , tenendo da conto di quanta superficie di essa và ad impegnare la rigatura. Si può verificare quindi che una palla BOAT TAIL impegni la rigatura per un tratto inferiore rispetto una FLAT BASE,(anche se esse sono studiate appositamente per il tiro) e  si può constatare che in una canna di passo 1/10” calibro 308 W , adatta per passo a stabilizzare palle da 168 gn. a volte stabilizzi  meglio il tiro con palle da 150gn. FLAT BASE, e questo perché l’impegno della superficie nel suo movimento giroscopico , in rapporto al passo della canna , risulta più adatto e stabile ad ottenere una traiettoria parabolica-lineare,sempre in rapporto alla velocità di impiego. Quindi non meravigliatevi se a volte una normalissima  palla da caccia a coda piatta risulti più precisa di una accuratissima palla da tiro a coda rastremata, questo fenomeno è dovuto semplicemente ad una migliore stabilità di quelle palle che a parità di peso e forma impegnino una porzione di superficie maggiore nelle rigature ed una conseguente stabilità.

 

 

 

 

          Il passo di rigatura riveste fondamentale importanza ai fini della precisione dell’arma , e richiede uno studio accurato per ogni calibro e tipo di proiettile adatto alla migliore stabilizzazione. L’andamento del passo viene determinato in base alla velocità caratteriale del calibro, riferita dal proiettile alla bocca, e alla forma e peso di adozione di palla del calibro ( intendendo per forma e peso nel riferimento al passo ,la lunghezza del proietto rispetto al calibro).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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            In genere la lunghezza del  passo di rigatura è inversamente proporzionale al peso del proiettile e alla sua lunghezza , esso serve a dare la giusta velocità giroscopica per una migliore stabilizzazione di traiettoria a palle di peso e forma che si pongono nella fascia di scelta  intermedia caratteriali del calibro. In effetti il passo di rigatura in rapporto alla velocità caratteriale del calibro, limita per la migliore stabilizzazione ad una scelta di adozione ( peso forma palla) ,contenuta quasi sempre nelle fasce mediane, rendendo instabili ed imprecise quelle con minore o di maggiore peso.  Tale fenomeno , tra l’altro crea spesso difficoltà al cacciatore che non riesce a spiegarsi come la sua carabina sia estremamente precisa con proiettili di peso medio , e lasci molto desiderare in precisione con proiettili di peso maggiore o minore . L’inconveniente è nella quasi totalità riferibile al passo di rigatura ,adottato sempre per  stabilizzare adeguatamente proiettili di peso (lunghezza) mediano, lasciando alle sperimentazioni estreme l’adozione di palle più pesanti (e quindi più lunghe e lente) o quelle leggere( e quindi più corte e veloci). I costruttori ,però , per accontentare il mercato, adottano in molti casi e soprattutto per quei calibri che spaziano in un munizionamento ampio di peso palla,(30-06 springfield, 308 W etc.) un passo di rigatura  con caratteristiche medie , in modo da poter stabilizzare sufficientemente i vari tipi di peso e forma di palla del calibro ,ottenendo una buona precisione intrinseca per l’impiego venatorio, sia con palle leggere che con quelle pesanti, ma alla fine ,sperimentando i dosaggi, ci si accorgerà che solo le palle di peso mediano risultano essere in assoluto le più performanti, in fatto di precisione.  Quando la velocità iniziale di una data munizione , e quindi di un determinato calibro ,è piuttosto elevata , il costruttore generalmente aumenta il passo di rigatura , al contrario,se la velocità è bassa, questo và diminuito. Questo significa che una palla di un calibro caratterialmente veloce (300WM- 7mm Rem.Mag) abbisogna di un movimento giroscopico minore sul suo asse ,rispetto ad una palla di un calibro che sviluppi velocità più lente (45-70 – 444 Marlin) per una ottimizzazione di stabilità.  Un proiettile di data forma e peso ,per poter essere stabilizzato nella traiettoria ,deve essere animato da una determinata velocità di rotazione sul suo asse meccanico (velocità angolare) , variando la quale in più o in meno , viene ad essere modificata negativamente la stabilità. Questo sta a significare che la migliore stabilità di una palla è data da una sola velocità ,da ritrovarsi sperimentando e provando aggiustamenti di dosaggi , fino al raggiungimento di un ottimizzazione(sempre della stessa palla) riscontrabile poi con dei netti miglioramenti nei gruppi di rosata. La velocità angolare , è legata al rapporto che esiste fra velocità iniziale (alla bocca della canna)del proiettile e al valore del passo , ed essa deve essere tanto maggiore ,quanto più lungo è il proiettile in rapporto al suo diametro (calibro).

 

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La direzione della rigatura è generalmente DESTORSA (in avvitamento senso orario) perché dettata da una impercettibile compensazione di tendenza del tiratore nello spostare il tiro a destra ,all’atto della pressione sul grilletto . Infatti con la rigatura destrorsa la derivazione del proiettile è derivata a sinistra rispetto al piano di tiro.

 

 

 

 

 

 

 

 

azione di destabilizzazione dovuta al disassamento originario della palla

 

 

Come precedentemente accennato,il passo di rigatura viene espresso in pollici per giro, ad esempio significa che : in una canna avente un passo di rigatura 1/10” , una palla per effettuare una rotazione perfetta sul suo asse deve percorrere un tratto di canna di 10 pollici (circa 25 cm). Questo ,ripeto,  ci porta ovviamente a limitare la scelta di impiego di palle per ovvi fattori di stabilità  , ma le case costruttrici cercano di trovare il giusto compromesso di impiego forando le canne con passi di rigatura differenti da marca a marca (infatti mentre la REMINGTON adotta per il 308 W un passo di rigatura 1/10” per le sue armi da caccia, la WINCHESTER costruisce per lo stesso calibro passi 1/12” che consente l’impiego di palle da 110 gr. a 190 gn.  Discorso differente per l’impiego sportivo , che tende ad impiegare solo palle di uso specifico MATCH, e nella sua specificità di un solo peso e forma.   Infatti per il 308 W in uso targa vengono largamente impiegate palle di peso 168 gr. HOLLOW POINT BOT TAIL che stabilizzano meglio con passi di rigature 1/14”. (In U.S.A. si utilizzano per alcune gare HUNTER canne con passi di rigatura 1/20” adatte a stabilizzare  palle da 90/110 gn. e canne con passo da 1/16 per palle da 120/130 gn.). Altro discorso sono la scelta della marca di costruzione delle palle da adottare per la nostra arma. Infatti può capitare che in un arma di produzione americana può stabilizzare meglio una SIERRA 168 gn.o una HORNADY che una LAPUA 167 gn , e viceversa su di un arma europea, (per la differenza di adozione delle differenti misure metriche pollice/centimetri) . In effetti oggi tutte le produzioni di palle sono standardizzate nelle misure di diametro caratteriale al calibro, ma chissà perché ancora oggi i migliori abbinamenti palla – arma , sono da riscontrarsi nell’adozione di palle prodotte nella maggioranza dei casi dalla stessa nazione di origine dell’arma.  Questo sta a significare (forse)che i diametri di foratura della canna per le armi di costruzione statunitensi , gradiscono meglio le produzioni di palle americane, mentre quelle di produzioni europea prediligano quelle costruite in Europa , da cui nasce la leggenda del binomio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REMINGTON – WINCHESTER - RUGER

SIERRA – HORNADY – NOSLER  - SPEER - BARNES

 SAKO - TIKKA 

LAPUA - NORMA

STAYER – MAUSER - SAUER - BLASER 

RWS - BLASER

 

 

 

 

 

 

 

           Tutto ciò significa anche che i test delle armi , vengono effettuati con  l’impiego di munizioni di mercato offerti dalle relative nazionalità di appartenenza, e esse risultano maggiormente ottimizzate per il munizionamento adottato.  Il numero di rigature delle canne ,come già accennato , sono differenti da costruttore a costruttore e non incidono affatto sulle prestazioni della canna , ma influenzano solo impercettibilmente l’usura di questa , o concorrono a stabilizzare meglio certe palle di calibri specifici, e su specifiche richieste di particolari sportivi dediti esclusivamente al tiro.   Esse infatti possono variare da un massimo di 12/20 ad un minimo di 3,  e vengono effettuate dalle case costruttrici cercando un giusto compromesso , tra le caratteristiche generali del calibro ed il costo finale dell’arma, che è il caso di sottolineare, levita considerevolmente in caso di elevato numero di esse , ma come precedentemente accennato ,non penalizzano affatto la precisione dell’arma, ma servono a stabilizzare meglio certe specifiche palle per certi specifici calibri sportivi ,e solo su specifiche richieste del tiratore ( Io stesso ho avuto modo di provare in poligono , nella stessa seduta una carabina con canna SCHILEN in calibro 6 PPC con canna da 60 cm passo 1/12” ad 8 rigature destorse, ottenendo rosate praticamente sovrapponibili con un'altra arma con canna HART stesso calibro ,60 -1/12” a 3 rigature destorse.).

 

 

 

 

 

 

 

 LUNGHEZZA- PRECISIONE delle canne – anche per le canne come già accennatovi, sia lisce che rigate ,esistono dei diffusi pregiudizi ,sul rendimento balistico connesso alla lunghezza della canna. Generalmente si pensa che maggiore sia la lunghezza della  canna maggiore sia la sua precisione. Tuttavia poiché il cacciatore di  grossa selvaggina ,è generalmente meglio documentato (balisticamente parlando), la questione è meno complessa da chiarire. Ancora una volta ,voglio sfatare la leggenda che più la canna è lunga più precisa risulta esser l’arma.    La precisione di un arma a canna rigata , dipende soltanto in minima parte dalla lunghezza della canna,mentre dipende moltissimo dai fattori di balistica interna precedentemente descritti. Tuttavia è fattore essenziale che essa sia sufficientemente lunga in rapporto al calibro per effettuare la combustione totale  della polvere all’interno della canna, in modo da sfruttare completamente l’energia della carica.

Ricordo a questo proposito ,di un mio buon amico , ingegnere Lucano, che aveva fatto sostituire la canna (troppo lunga a suo dire), da PERUGINI & VISINI , ad una vecchia carabina bolt-action in calibro 9,3X74, per renderla più maneggevole all’imbraccio in battuta ,con una canna pari calibro ma solamente di 48 cm di lunghezza. In effetti quando la provai, effettivamente essa emergeva spontaneamente alla spalla nell’azione di imbraccio,ma non sto a raccontarvi dei lividi che procurava diffusamente a noi tutti per la leggerezza complessiva, e delle vampate con conseguenti nuvolaglie di polvere alla bocca ,per la combustione parziale della polvere. Le rosate poi erano nel miglior tiratore di circa 20/30 cm a 50 mt ;la soprannominammo SPIT FIRE “sputafuoco”, ma vi ricordo che essa era nata con la specifica esigenza di arma di bak-up e solo per affrontare in velocità un animale pericolosamente ferito nel folto ed alle brevi distanze di massimo 20/40 mt. dove la precisione veniva accantonata, e quindi anch’essa nello specifico trovava il suo uso adeguato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         La precisione intrinseca di un’arma (dato per scontato la qualità del prodotto) , è legata (ripeto) alla perfetta stabilizzazione del proiettile nella traiettoria (passo di rigatura adeguato), alla velocità di proiezione adatta di quest’ultimo , al fattore di scelta  forma –peso della palla (legato alla densità sezionale del proiettile) , nonché al giusta adozione della carica di lancio (rapporto fra peso del proiettile e peso della polvere), e ad altri fattori , alcuni dei quali particolarmente complessi che esamineremo nella “RICARICA”.  E’ però necessario precisare che se è vero che un arma rigata non è tanto più precisa quanto più è lunga la canna, è anche vero e soprattutto per alcuni calibri (MAGNUM), che non si può scendere al di sotto di una determinata lunghezza di canna , senza compromettere la stabilizzazione del proiettile. I fabbricanti , che adottano generalmente la lunghezza di 60 cm per provare la velocità iniziali dei calibri moderni , hanno standardizzato i criteri costruttivi delle canne per quanto riguarda la loro lunghezza, per cui i costruttori Americani ,ad esempio, hanno adottato (salvo eccezioni) canne da 56 cm per calibri STANDARD, e da 60/61 cm per i calibri MAGNUM , quelli Europei  ,invece, mantengono la lunghezza di 60/61 cm per i STANDARD, elevandola a 65 cm  per quelli MAGNUM.      Sono soluzioni queste, che realizzano un valido compromesso  ai fini della pratica venatoria, conciliando le esigenze balistiche alla necessaria maneggevolezza , che deve essere di primaria importanza per la caccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

        Sfatata così la leggenda lunghezza – precisione , resta da considerarsi il rapporto lunghezza – velocità. Anche in questo caso , i famosi pregiudizi non mancano , e giova verificare , citando a caso fra tanti esperimenti condotti nel settore delle armi COUSTOM , come entro certi limiti,  la lunghezza eccessiva della canna serva soltanto a sbilanciare l’arma nel suo baricentro in avanti e niente di più. Infatti la velocità rilevata a parità di calibro–cartuccia-palla in canne di lunghezze differenti apporta solamente modesti benefici (irrilevanti nell’esercizio venatorio), nell’ordine di poche decine di metri al secondo, pertanto la perdita di velocità risulta essere piuttosto contenuta e non svilisce il rendimento balistico in ordine di energia cinetica per uso venatorio. Ma ,tuttavia si tenga presente che alcuni calibri hanno un calo di velocità minimo , in rapporto ad altri invece ,che sono maggiormente sensibili alla lunghezza di canna ad essi congeniali.   In linea di massima una carabina STUTZEN con canne da 56 cm o un basculante KIPLAUF con canna da 60 cm vanno benissimo, se camerati in calibri STANDARD ,e costituiscono un ottima scelta per questioni di maneggevolezza in cacce da battuta o montagna. Per i calibri MAGNUM è bene attenersi ad armi con canna da 60/61 cm , tenendo presente che in alcuni casi essi esprimono al meglio le loro qualità balistiche con canne da 65cm.

 

 

 

 

 

 

 

 

Durata della canna – come in precedenza accennato , contrariamente alle canne lisce , che se curate nella manutenzione, hanno una durata quasi illimitata (Posseggo un fucile sovrapposto di marca PERAZZI , con due canne di uso sportivo SKEET–TRAP di diversa lunghezza , che comprai usato da un mio carissimo amico,con il quale mi diverto nel TIRO A VOLO, costruito nel 1970, e che avrà sparato a dir poco nella sua vita 200.000 cartucce ,con una media di 5000/6000 cartucce l’anno, ebbene la buona fattura del prodotto unito ad una accurata manutenzione , lo rendono ancora in grado di funzionare perfettamente , con le canne aventi la cromatura dell’anima ancora integra.) Le canne rigate in opposto a questo hanno una vita relativamente breve in rapporto al calibro ed al suo uso .

Ciò dipende dalle elevate sollecitazioni cui sono soggette le canne rigate :

 pressioni elevatissime , temperature notevoli , fattori di erosioni e corrosioni per le qualità delle polveri, velocità ed attriti ben superiori a quelli che avvengono all’interno delle canne lisce.

 Per questi molteplici fattori non si può stabilire a priori la durata di una canna rigata , essa dipende anche da come si spara (uso in allenamento) e da che cosa si spara (ricarica esasperata), o dal calibro.  In considerazione delle precitate regolette nelle quali consigliavo di allenarvi con ostinazione (indispensabile se si vuole colpire con precisione a caccia), è il caso di dire che una appropriata manutenzione della canna può prolungare la vita e la precisione di essa.   I residui carboniosi della combustione delle polveri e le scorie delle mantellature  di tombacco presenti nelle canne rigate dopo una seduta di allenamento ,possono ossidandosi  inficiarne la precisione e durata di questa. Pertanto è buona regola effettuare dopo ogni seduta di tiro ,una rimozione oculata con gli appropriati solventi e oli presenti sul mercato , e con gli scovoli adatti , operando obbligatoriamente dal retro della canna , dopo aver asportato l’otturatore , perché il vivo di volata (la bocca della canna) è estremamente sensibile a forzature ed abrasioni . Per non parlare poi delle sollecitazioni atmosferiche venatorie, polvere, sabbia , pioggia , in grado di bloccare li meccanismo più perfetto, se non ben mantenuto.

Non a caso ultimamente mi è capitato l’episodio seguente : mi telefona l’amico armiere e mi dice che era arrivata una comunicazione da parte dell’importatore della mia  BLASER R93 ( Eduard CICCOLINI della JAWAG)  alla quale avevano riscontrato un difetto di costruzione , per cui tutte le armi di questo tipo dovevano ritornare in sede per l’assistenza richiesta di tale inconveniente. In effetti essi avevano riscontrato che una spina della scatola di scatto del grilletto, per un difetto di produzione della qualità degli acciai , si ossidava bloccandosi nella sua sede e lasciando partire il colpo pericolosamente all’atto della cameratura. Nei fatti la spina in oggetto della mia arma, non risultò essere difettosa per le giuste lubrificazioni  e manutenzioni da me sottoposte all’arma, e quindi non bisognosa di essere sostituita. Con questo voglio dirvi di tenere sempre oliata ed in perfette condizioni di manutenzione l’arma essa vi premierà restituendovi il favore con una maggiore  durata ed efficienza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        Ma torniamo alle canne; durante l’allenamento al tiro per non stressare le canne ad eccessive temperature ,è bene sparare con calma e ponderatezza , dando tempo di alla canna di raffreddarsi fra un colpo e l’altro, perché gli acciai anche se di ottima qualità ,per il processo di dilatazione dei metalli , subiscono a causa delle  elevate temperature delle torsioni anomale , causando delle percettibili variazioni nei test di rosata , ed inficiandone la precisione. In effetti le canne dilatandosi per le alte temperature , fanno anche sì che le palle impegnino con un minor contatto la rigatura , creando leggeri problemi di stabilizzazione di queste. E’ buona regola , infatti, sostare per 2/3 minuti tra un tiro e l’altro per consentire un giusto ritorno termico delle canne nelle condizioni ottimali per garantirne la precisione. In effetti la temperatura che si ottiene nel breve periodo di massima pressione dell’esplosione (circa 4.000 psi), è sempre sopra il punto di fusione dei componenti degli acciai , ed è questo fattore il motivo maggiore dell’usura della canna .Alta pressione indica sempre alta temperatura,e quindi rapida corrosione; è così semplice, la vita della canna dipende quindi dalle pressioni usate nel suo esercizio. I motivi usuranti della canna non dipendono tanto dalla velocità ma dalle elevate pressioni per ottenerle. La velocità di un proietto è sempre maggiore in prossimità della bocca dove la corrosione è minima ,invece la maggior usura di una canna è data in prossimità della camera di scoppio. Questo significa che i calibri MAGNUM bruciando più propellente sviluppano più calore e più pressione , quindi anche una maggior corrosione  rispetto a calibri che bruciano piccoli volumi di polvere.    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In linea di massima  , tuttavia , si può affermare che per canne di buona qualità , (e saggiamente adoperate) , il rendimento balistico si mantiene valido nelle seguenti caratteristiche:

 

 

 

 

I valori dati ,comunque sono largamente indicativi, e ricavati da una casistica generale di durata, e non possono essere presi  come preciso riferimento. Le canne delle carabine camerate in calibro 22 LR hanno una durata maggiore , perché trattandosi di un calibro a percussione anulare  di carica modesta, con proiettile in piombo nudo, logorano pochissimo le camere e le rigature. Questo calibro infatti sviluppa valori pressori estremamente bassi espressi nell’ordine di circa 1.300 atmosfere, dati questi che sono blandamente usuranti , e prolungano la vita della canna in un uso di 15.000/18.000 colpi. Una canna rigata compromessa nella sua integrità,fornisce velocità iniziali minori e rivela ben presto alterazioni alla sua precisione intrinseca, sotto forma di raggruppamento incostanti ed incoerenti con i risultati ottenuti precedentemente ,a parità di ricarica o munizionamento originale già testato.  Inoltre se osserveremo dopo un oculata pulizia ,l’interno, essa si presenterà con una solcatura delle righe meno accentuate ed incostante in alcuni punti per profondità, presentando delle micro imperfezioni in particolar modo all’inizio dell’attaccatura con la camera di scoppio (usura del THROAT) che è una delle parti balistiche di fondamentale importanza della canna per ottenere la massima precisione.  L’interno poi presenterà abrasioni in alcuni punti , ed una diffusa opacizzazione complessiva ,indice di una sicura usura della lappatura originale dei piani a specchio ,caratteristica  queste, solo di un arma nuova in buone condizioni d’uso . La canna è il cuore dell’arma , ma nelle canne rigate è qualcosa in più , essa rappresenta l’equivalente dell’anima ,nella nostra spiritualità.

 

7.000 – 7.500 colpi

se camerate per calibri sviluppanti pressioni inferiori alle 2.500/2.800 atmosfere

4.000 – 4.500 colpi

per calibri sviluppanti pressioni attorno alle 3.000 atmosfere

1.500 - 2.000 colpi

se la pressione è di 3.500 atmosfere

1.000 – 1.500 colpi

se il calibro sviluppa pressioni che eccedono quelle citate (WEATERBY e Magnum vari)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tenetene da conto pertanto dell’uso che ne farete, ricordando sempre  quando ricaricherete i proiettili per l’allenamento ,che la scelta migliore dei dosaggi “STA SEMPRE NEL MEZZO” lasciando le esasperazioni d’uso ,ai ricaricatori della domenica adatti ad ottenere solo botti di capodanno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marino Cremente

 gruppi di 10 colpi a 200/100 mt con palle HORNADY A-MAX  calibro 308 W