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Questo sito ha collaborato con il fornire alcuni dati tecnici e balistici alla realizzazione di alcune puntate ( 32-33 ) che andranno prossimamente in onda sui canali tematici di SKY CACCIA E PESCA TV  ABC della caccia a palla europea” 58 episodi, per accompagnare lo spettatore in un viaggio unico attraverso l’Europa della caccia. I documentari mostrano i diversi tipi di caccia per le tante specie faunistiche europee: la cerca, l’appostamento e la battuta. Tecnici del settore ed esperti cacciatori eseguono di volta in volta tutta la preparazione per ogni singola esperienza: in ogni diversa situazione ambientale, per ogni preda, con ogni tecnica, dalla sua preparazione all’abbattimento finale dell’animale. Potremo vedere catture di tutti i grandi animali che popolano il continente: dal cervo al cinghiale, dal camoscio al caribou, dall’orso bruno alla volpe all’alce e al cervo rosso della Scozia. Alcuni ben conosciuti, altri esotici agli occhi di un italiano: ma tutti affascinanti per l’appassionato di esperienze venatorie.                                                      da Aprile 2010 ore 21.00 –    Una produzione italiana inedita firmata da Luigi Giusti e Ivano Boncompagni.

 

   

                              

IL CANE "DA SEMPRE CON... IL CACCIATORE"

    CACCIA...questa parola deriva dal greco antico “kynègia che a sua volta deriva da “kynos, cioè cane.   Nessuna delle varie specie animali addestrate per la caccia ha mai avuto un'importanza paragonabile a quella dei cani. Dopo l'addomesticazione preistorica del lupo, ed una selezione evolutiva dei soggetti maggiormente docili e dotati il cane perse la propria indipendenza e indole selvatica, divenendo così un aiuto prezioso e indispensabile per la caccia, e alimentando la storia di miti e leggende. Atteone mitologico cacciatore venne divorato dalla sua stessa muta di cani, aizzata da Artemide dea della caccia, per aver spiato la dea nuda al bagno, e lui ne era così tanto affezionato che preferì esserne sbranato inerme senza difendersi per paura di far male ai suoi cani.  Nell'impero ottomano venivano utilizzate mute di combattivi cani per azioni di guerra, (come anche dai Vichinghi ) e il 30%  delle  compagnie di Giannizzeri erano Sekban, cioè custodi dei cani, che ebbero la loro importanza storica in certe battaglie e combattimenti ravvicinati . Parlare quindi di caccia significa parlare anche del cane, fedele socio e compagno del cacciatore, servo instancabile di pedinamenti venatori, di incredibili  individuazioni olfattive di prede occulte,  di ferme statuarie rivelatrici del selvatico nascosto. Ricordo con grande affetto la mia “AFRA” un robusto drahthaar dalle capacità venatorie leggendarie. Ricordo ancora la sua sagoma scura che mi trotterellava innanzi in giornate brumose per boschi e macchioni alla ricerca della “regina”, o per paduli e marcite alla ferma di quei diavoli dei beccaccini. Quando morì, trucidata dal “boccone”assassino, con lei morì una parte del mio cuore, ma è rimasta vivida e vitale nei miei più bei ricordi di caccia. Scriveva Mark Twain che "il cacciatore sopravvive sempre o quasi alla morte del suo cane, ma la perdita provoca in lui un dolore indicibile, come quella di un parente strettissimo, che nella vita ha sempre dato e nulla ha richiesto ", ed io per non provare più dolore preferii dedicarmi alla caccia di selezione... piuttosto che ricrescerne un altro. In definitiva ho avuto un sol cane, ma è bastato a riempire la mia vita di sensazioni e ricordi. Al mio cane, e a tutti coloro ne posseggono uno vanno i miei più sinceri apprezzamenti, a lui eterno compagno di giorni felici dedico queste scarne ma appassionate riga introduttive.

                                                        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     Tracciare  la storia della caccia è un impresa senza senso, sarebbe come spiegare perché è nata la ruota. Essa era ed è ancora oggi per alcune popolazioni una esigenza (come lo è stata l’invenzione della  ruota), infatti è stata il primo mezzo di sostentamento per i carnivori, e nella maggior parte dei casi è rimasto l’unico. La caccia dunque è nata con l’uomo, e con lui si è evoluta nel tempo, ma la cosa più interessante è poter scoprire come nel corso dei secoli, si sia trasformata, rimanendo ancora oggi,insieme alla guerra  una delle più antiche (e forse l’ultima ) pratiche tramandateci dagli uomini preistorici.  La caccia è parte integrante della storia, ispiratrice e musa di tutte le arti da quella egizia, assira, sumera, a quella delle culture del centro America dell’arte greca e romana, alle civiltà orientali e asiatiche,  e perfino la Bibbia ne parla citando Nemrod, il primo cacciatore, o meglio, come riporta il testo,” il primo cacciatore al cospetto di Dio”. E nel tempo con la sua evoluzione diversi personaggi di grande spessore storico vi parteciparono, e la praticavano o per diletto o per necessità, alimentando così miti, leggende e racconti . Tra i più famosi nel praticarla è stato ALESSANDRO MAGNO (il macedone), eccellente cavaliere che amava cacciare con la “PICCA” (lancia) leoni, cervi e cinghiali, e mitologicamente parlando “ULISSE” che quando ritorna a ITAKA camuffato viene riconosciuto dalla nutrice solo per una cicatrice alla gamba procuratagli da un cinghiale a caccia, e… potrei citare centinaia di personaggi ed episodi.  Ma se al principio cacciare, prevalentemente rappresentava il solo modo per procurarsi cibo, con il progredire dei tempi divenne il mezzo per poter partecipare ad una mensa ricca, e ricercata ed a esclusivo beneficio di pochi eletti.

 

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LA CACCIA... "UN POCO DI STORIA"

 

 

 

 

 

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punti vitali

   Infatti dal MEDIO EVO fin al 1700, per esempio, la caccia rappresentava per eccellenza il passatempo predominante di un certo ceto superiore e di una classe sociale privilegiata, quella della nobiltà. Le  sfarzose battute venivano organizzate nelle immense proprietà latifondiste, riserve esclusive di enormi proprietà nobiliari. Le più famose partite di caccia in Europa all’epoca, erano quelle organizzate da diversi  Re di Francia, Spagna e Austria in tenute di campagna ma in particolare da “LUIGI XIV” (il RE SOLE)  nella riserva chiamata: “Le plaisir du Roi.” I piaceri del Re, un enorme tenuta ricca di castelli, cascinali, torrenti, laghetti e selvaggina di ogni genere, il tutto condito in una sfarzosa e opulenta rappresentazione della società barocca , specchio della “GRANDEUR” dell’epoca, che trasformava la battuta di caccia  in uno spettacolo maestoso ricco di banchetti e festini che duravano a volte settimane. FILIPPO IV di Spagna, “IL BORBONE” ricordato come un Re che rischiò la rovina della Spagna, veniva invece apprezzato per le sue eccellenti doti venatorie, alle quali dedicò più tempo che al governo del suo stato, tanto che amava farsi raffigurare in diversi quadri che lo ritraevano per la maggior parte vestito da caccia, e con ai piedi il fido cane.   Solo dopo la rivoluzione francese e l’avvento della Repubblica, la caccia smise finalmente d’essere un lusso e tornò ad appartenere a chiunque, indipendentemente dal ceto sociale.

 

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    Se dovessimo percorrere il tempo a ritroso, per trovare nella cultura, nelle tradizioni, negli usi e costumi dei popoli, legami con la caccia, potremmo riempire libri di fiabe e leggende, di letteratura ed arte. Ma è il caso di sottolineare, che è del tutto inutile negare, che la pratica della caccia è parte integrante dell’indole umana, che questo gesto è intrinseco nel suo spirito, e che fa parte della sua crescita e del suo sviluppo culturale; è un legame ancestrale dal quale difficilmente l’umanità saprà liberarsi. L’uomo è stato prima cacciatore, poi contadino e questa realtà non è da sottovalutare, se si vuol capire per quale misterioso motivo tutt’oggi, nelle domeniche d’autunno, spuntino come funghi gli irriducibili dalle camice a scacchi verdi, e del pantalone di fustagno                                                

                                                             Marino Cremente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Le leggi che proibiscono il porto e l'uso di armi, disarmano solo coloro che non sono nè inclini nè         intenzionati a compiere crimini                                                                                               THOMAS JEFFERSON

Questo sito è liberamente tratto dal libro "LE VIE DELLA CACCIA" esperienze vissute tra bufali e gatti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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